Cremaschi, Grillo e la Malafemmena
Comincia male, anzi malissimo “Ross@”: l’ennesimo movimento “unitario e anticapitalista” proposto ieri 11 maggio a Bologna da Giorgio Cremaschi e fatto proprio da quello che resta della corte che, il 1° ottobre 2011, diede “vita” all’analogo movimento “Dobbiamo fermarli”. Comincia con uno davvero indecoroso attacco a Grillo – e al Movimento Cinque Stelle – che lascia presagire lo stesso sterile settarismo e la stessa autoreferenzialità che hanno desertificato l’opposizione sociale in Italia.
Ma forse è opportuno riepilogare brevemente i termini della questione.
Il primo ottobre 2011, al Teatro Ambra Iovinelli di Roma, Giorgio Cremaschi, forte di un appello firmato da un migliaio di compagni,- tra cui moltissimi quadri della, allora non monolitica, FIOM – lancia il Movimento “Dobbiamo Fermarli”: primo tra i suoi obbiettivi il non pagamento del Debito Pubblico. Nasce così il “Comitato No Debito” . L’idea che si fa avanti è quella di ripercorrere la stessa strada che ha dato vita ai comitati per i referendum che, il 12 e 13 giugno di quell’anno, hanno portato al voto 25 milioni di italiani sbaragliando l’ostracismo di tutti i partiti e ottenendo, così, l’unica vittoria del Movimento di questi decenni. Strutture democraticamente elette, quindi, dove ognuno – organizzando banchetti, effettuando volantinaggi, indicendo petizioni, raccogliendo firme… – indipendentemente dal partito o dall’organizzazione di appartenenza, si impegnava al raggiungimento dell’obiettivo.
Ma le cose non vanno affatto così. Nasce dal nulla, e senza che nessuno lo abbia eletto, un sedicente “Coordinamento Nazionale No Debito” – composto, per lo più, da funzionari di un sindacato di base, da ex parlamentari e da esponenti di partitucoli … – che tra continue schermaglie e soporiferi quanto inutili interventi, impedisce il nascere di un qualsiasi coordinamento degli allora esistenti comitati “No debito” cittadini. Il risultato è la scomparsa nel nulla delle petizioni che andavano raccogliendo i comitati cittadini, la coesistenza nel Comitato No Debito di un altro analogo comitato (“Rivoltiamo il debito”: una creatura di Sinistra Critica) una, tutto sommato, deludente manifestazione nazionale a Milano (“Occupy Piazza Affari”) seguita da una fallimentare manifestazione “meridionale” a Napoli. Il flop di due “seminari organizzativi” (Firenze e Roma) e la sostanziale chiusura del sito decretano, infine, la scomparsa del Comitato No Debito e del movimento “Dobbiamo fermarli”.
Perché ripercorrere oggi questa penosa storia (che, tranne un intervento, non è stata minimamente accennata alla riunione di Bologna) ? Intanto per ricordare che se ci fosse stato per il Debito pubblico una capillare mobilitazione di strutture territoriali e un referendum, probabilmente questa questione si sarebbe tradotta in poderose mobilitazioni, e forse anche in qualcosa di più. E poi per rimarcare la davvero stupefacente chiusura di Cremaschi al Movimento 5 Stelle: ”Sono stato uno dei più dialoganti con Grillo ma quando dicono quelle cose sullo Ius Soli per me basta”. Grave che un compagno, solitamente così attento come Cremaschi, sul presunto razzismo del Movimento Cinque Stelle sposi le tesi di Repubblica senza degnarsi di leggere i pur numerosi interventi sulla questione. Ancora più grave è poi che non si avveda che nel, pur ecumenico, programma del Movimento Cinque Stelle ci sia l’indizione di un referendum sulla nostra permanenza nell’euro e nella BCE. Quale occasione migliore per invitare il Movimento Cinque Stelle a costituire insieme comitati per questo referendum?
Francesco Santoianni
P.S. Qualcuno, a questo punto, forse, si chiederà cosa c’entri il titolo “Cremaschi, Grillo e la Malafemmena” e l’ancora più orrendo fotomontaggio che sovrasta questo articolo. La verità è volevo incuriosire sia gli attivisti del Movimento Cinque Stelle che i compagni portandoli a confrontarsi su un terreno che potrebbe diventare comune. Se avete letto l’articolo fin qui, vuol dire che ci sono riuscito.
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