Ma, Orellana a nome di chi parla? (nuova versione)
C’era già stato l’indecoroso ritiro della interrogazione parlamentare, ora anche la sbalorditiva Riunione della Commissione esteri con la Bonino. Ce ne è, quindi, a sufficienza per uscire dal riserbo nel quale avevo tenuto la questione (finora da me confinata in uno dei migliaia di contributi che si perdono nel Meetup) e scrivere qui. Ma cominciamo dall’inizio.
Una delle cose che, come attivista del Movimento Cinque Stelle, più mi convincono sono le inequivocabili posizioni di Grillo contro le guerre che l’Italia sta combattendo: Afghanistan, Libia e, soprattutto, Siria (leggete qui e qui). Anche per questo quando, in Siria, quattro giornalisti della RAI vengono rapiti a scopo di estorsione da una delle tante bande di “ribelli” (che le Petromonarchie, l’Occidente e il nostro governo stanno finanziando e armando) propongo a Bartolomeo Pepe (un senatore del M5S con il quale avevo collaborato per tutta un’altra serie di altre questioni) una mia bozza di interrogazione parlamentare. Questa viene presentata (e annunciata dalle agenzie di stampa) l’11 aprile (tra l’altro, suscitando una marea di commenti entusiasti sul web) non già da Pepe ma, per una bizzarra disposizione interna del gruppo parlamentare, da ben 53 senatori Cinque Stelle, in ordine alfabetico: primo il firmatario Alberto Airola.
Un paio di giorni dopo, vengo a sapere delle pressioni che sta subendo Airola, per convincerlo a ritirare l’interrogazione, da parte di colleghi (e familiari) dei quattro giornalisti rapiti i quali, tra l’altro, pretendono il rispetto di un pericoloso quanto inutile “silenzio stampa” imposto dal governo e dalla RAI. Preoccupato (secondo i regolamenti parlamentari, se un Senatore ritira o modifica una interpellanza, questo vale per tutti gli altri co-firmatari) riesco (dopo un vorticoso giro di telefonate) a contattare Airola e, per confortarlo sulla giustezza dell’interrogazione, gli invio anche una bozza di lettera che avrebbe potuto inviare ad una familiare dei rapiti che, pare, lo avesse contattato.
Il giorno dopo, la liberazione dei quattro giornalisti rapiti dissipa ogni dubbio sulla “pericolosità” dell’interrogazione ma la presentazione di questa, prevista per il 16 aprile, scompare dall’agenda del Senato. “Perché?” si domandano sul web molti attivisti No War. Non si sa. E non lo so neanche io che, comunque, anche per rintuzzare le sbalorditive dichiarazioni del Governo (“non si è trattato di un rapimento ma di un equivoco”) preparo e invio una nuova bozza di interrogazione e una nuova bozza per il successivo intervento in aula.
Una nuova interpellanza viene quindi presentata (a differenza di quanto avevo erroneamente affermato nella precedente versione di questo post) non già da tutto il Movimento Cinque Stelle ma dal solo senatore Bartolomeo Pepe. (e, visto che si siamo, chiedo scusa per questa mia svista a Bartolomeo e ai lettori di questo sito).
Il 15 maggio, prima audizione del ministro Bonino alle Commissioni Esteri del Parlamento. Ma lì su quanto riportato nella mozione di Pepe,. neanche una parola! Ma la cosa più sbalorditiva della Riunione è l’intervento del Presidente della Commissione Esteri al Senato del Movimento Cinque Stelle, Luis Alberto Orellana (che qui si può vedere in streaming).
Sulle guerre che la Bonino ha sponsorizzato in passato credo valga la pena di leggere qui e qui; ma, ovviamente, si tratta di mie opinioni personali che non pretendo tutti accettino. Ma da questo a passare a dichiarazioni quali “Abbiamo grandi aspettative nel suo dicastero per un ruolo attivo nella crisi siriana” (come se quello dichiarato dalla Bonino all’incontro con Kerry due giorni prima fosse acqua fresca) o addirittura “…. l’Italia ci è sembrata assente, distratta, poco attiva e propositiva nella faccenda siriana” (come se Terzi non avesse dapprima imposto sanzioni al popolo siriano; poi riconosciuto i mercenari del CNS e i tagliagole dell’Esercito di Liberazione Siriano quali “unici legittimi rappresentanti del popolo siriano”; poi negato il visto di ingresso a parlamentari siriani che dovevano incontrare i loro colleghi italiani; poi spalleggiato la Turchia nella sua aggressione alla Siria; poi ricevuto, con tutti gli onori, alla Farnesina il bandito Burhan Ghalioun, che “giustificava” l’autobomba, esplosa il giorno prima in un mercato di Damasco…) ce ne corre.
Ancora più surreale il suo passaggio sulla “…vicenda libica che ha già provocato una terribile guerra civile negli scorsi anni e le cui evoluzioni anche quelle recenti legate all’attentato di Bengasi ci destano preoccupazioni.”. E i bombardieri guidati da piloti italiani e partiti da basi italiane? E le armi fornite dall’Italia ai “ribelli libici” per far precipitare la Libia nel caos che ha poi “giustificato” l’ennesima “guerra umanitaria”? Sarebbe bastato leggere sul sito di Beppe Grillo, ad esempio qui per conoscere la situazione.
Spero che quanto sopra da me scritto non venga interpretato come un attacco personale contro un parlamentare, certamente perbene come gli altri suoi colleghi CinqueStelle, che, in un consesso così importante, ha espresso le sue opinioni. Ma il problema è proprio questo: le sue opinioni (e, verosimilmente, anche di qualche altro parlamentare). Ma dov’è il collegamento tra i nostri parlamentari e il Movimento Cinque Stelle? Certo, qualche attivista Cinque Stelle, (come me, ad esempio) cercando di bypassare caselle di mail ormai intasate o scovando numeri telefonici, si arrabatta per fornire informazioni e documentazioni a parlamentari che, sovraccarichi di impegni, non riescono a garantire un efficace collegamento con i territori che li hanno eletti. Ma si può andare avanti così? A marzo il Portale Internet, che avrebbe dovuto garantire la partecipazione degli attivisti Cinque Stelle ai lavori parlamentari, era stato annunciato come imminente. Ora lo si dà pronto per dopo l’estate. Un Portale. Ma cosa ci vuole per creare un Portale?
Francesco Santoianni
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