In TV, a dire cosa?
Mettiamola così, benevolmente.
L’intervento di Roberto Fico a alla trasmissione di Rai Tre (rete in prima fila nella campagna di infamie contro il Movimento Cinque Stelle) serviva a “spezzare l’assedio” e inaugurare una stagione di comunicazione verso tutti coloro che hanno rivolto, con il plebiscito delle elezioni politiche, al M5S le loro aspettative. Perché se così non fosse, se quell’intervento serviva a presentare il programma, le future iniziative del Movimento per contrastare la prossima, ancora più efferata, macelleria sociale e svolta autoritaria del governo Letta, ci sarebbe da preoccuparsi.
Perché l’elenco delle cose da dire avrebbe potuto essere lunghissimo: le mobilitazioni contro le missioni militari, contro il pagamento degli interessi del Debito pubblico, contro l’abominevole accordo dei sindacati confederali… tutte cose che costellavano gli applauditissimi comizi di Beppe Grillo e che, invece, non si sono sentite.
Speriamo che questo sia dipeso dalla indubbia abilità dell’Annunziata, che ha orientato tutta la trasmissione cercando di presentare il gruppo parlamentare come una banda di allocchi teleguidati da Grillo, che bisognava pur neutralizzare.
E speriamo che al più presto si realizzi l’agognato Portale (o qualche altra struttura) che garantisca un collegamento tra gruppo parlamentare, Movimento Cinque Stelle e movimenti sul territorio. Altrimenti i Parlamentari Cinque Stelle diventeranno forse per tutti un esempio di etica e virtù democratica, ma non interesseranno più nessuno.
Francesco Santoianni