Grillo, la lettera, e il serpente che si morde la coda
Echecazz!!! Ma almeno uno! Uno solo tra i venti a cui avevo scritto, avrebbe pure potuto rispondermi! Ma che è questa soggezione?! Questo smarrimento, che non avevo visto nemmeno quando militavo in Rifondazione! O, (orrore!) nel PCL! Echecazz!!
Ma forse è meglio abbandonare questo spumeggiare di punti esclamativi. E cominciare dall’inizio.
E, cioè dalla mia pretesa di dotare di un Regolamento il gruppo Cinque Stelle di Napoli. Cinque Stelle, che, come ben si sa, del suo Non-Statuto e del suo essere un Non-Partito ne ha fatto un vanto. Quindi, una aggregazione informale –tramite la Rete e i Meetup – di persone più o meno, “coordinate” o “dirette” da persone che, per il loro carisma o la loro storia, si sono conquistati l’aurea di “rappresentanti”.
Ora tutto nasce quando questi “rappresentanti” vengono eletti al Parlamento. Ci fosse una struttura che garantisse un collegamento con il territorio che li ha eletti, il loro distacco a Roma sarebbe una risorsa: interfacciandosi con i movimenti di lotta, garantirebbero sia il consolidamento di questi, sia il prestigio del Movimento Cinque Stelle in Parlamento e nei territori.
Diventa, invece, un problema – anzi una tragedia – quando non solo questa struttura di collegamento non c’è, ma quando i gruppi locali, in assenza di “rappresentanti” e di direttive (anzi, diciamola tutta: di una linea politica) cominciano a sfaldarsi. Le assemblee si trasformano, allora, in una bolgia di chiacchiere dove non si decide niente, i banchetti e i gazebo (che pure vengono fatti da sempre più eroici attivisti che non vogliono rassegnarsi ai “mi piace” su Facebook) diventano mera testimonianza, le persone e i movimenti che si erano avvicinati al Movimento Cinque Stelle si dileguano.
Una soluzione? Un Regolamento che, almeno, contemplasse l’elezione di un “rappresentante” (responsabile di coordinare le attività del gruppo cittadino) e sopratutto i criteri (anzianità di iscrizione al meetup o altro) che devono avere chi questa persona deve eleggere.
Per dotare di un Regolamento il gruppo di Napoli, mi metto, allora, a spulciare i regolamenti di gruppi di (pochissime) altre città, e insieme ad altri del Cinque Stelle (creiamo pure un apposito gruppo di lavoro su Facebook) buttiamo giù una bozza (anzi, numerose bozze) di Regolamento da fare approvare in qualche assemblea generale.
Ma, ecco il serpente che si morde la coda. Come si fa a dare legittimità ad un’assemblea affollata di qualche centinaio di persone (che, magari, non sono neanche iscritte al Meetup) quando il Meetup di Napoli risulta formato da qualcosa come 5210 iscritti? E cosa rispondere a chi (magari “veterano” del Cinque Stelle) – interpretando il motto “Uno vale uno” in “Uno vale l’altro” – continua a pretendere che una assemblea sia un luogo per chiacchierare, non per decidere (e quindi, esclude a priori ogni forma di regolamento)?
Messe da parte le speranze di un bootstrap, alla maniera del Barone di Münchausen, trovo una possibile soluzione: un appello da inviare a Beppe Grillo. E per promuoverlo scrivo una lettera a venti attivisti che credevo fossero interessati alla cosa. Non mi ha risposto nessuno.
Ieri ho contattato personalmente alcuni tra questi per sapere il perché della loro strafottenza. Mi hanno risposto – più o meno – che “è meglio aspettare”. “Forse tra qualche mese le cose si metteranno a posto da sole”. “Meglio porre la questione sulla Rete”.
Echecazz!
Francesco Santoianni
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