Nessun problema al dodicesimo piano.
Intanto la barzellettina che giustifica il titolo.
Dunque, un inguaribile ottimista vuole convincersi che buttarsi giù dall’Empire State Bulding (102 piani) non comporti problemi. Quindi, si lancia nel vuoto e, al dodicesimo piano, esclama: “Avevo ragione io: ho già superato ben 90 piani, e non mi è successo ancora niente!”
Insomma, come storiella non è un granché, ma serve a introdurre la questione. Anzi, la tragedia.
In autunno il nostro Paese dovrà pagare, oltre alla seconda tranche degli interessi annuali sul Debito Pubblico, (94 miliardi di Euro), anche 47 miliardi di euro previsti dal “Fiscal Compact”. Pagare a chi? Alle banche (soprattutto straniere) che continuano ad acquistare soldi nostri dalla BCE, all’interesse dell’1%, e con questi acquistano titoli di Stato che garantiscono interessi del 4,2%. Un mostruoso meccanismo che ci sta strangolando e, con le conseguenti “privatizzazioni”, privandoci di risorse e servizi.
Ma torniamo alla barzellettina di sopra.
È difficile immaginare quello che sta per succederci. Anche perché, mai come in questi giorni, a dar retta alle TV, la situazione si direbbe procedere verso il meglio. Nessuna stangata “alla Monti” in vista ma, anzi, annunci di imminenti “Piano per il lavoro ai giovani”, riduzione delle imposte”, riforme istituzionali, tagli alla Casta… Certo, “c’è ancora la crisi” ma l’informazione Main Stream , oltre a trastullarci con Armi di Distrazioni di Massa, continua ad ammansirci con la leggenda della luce in fondo al tunnel. Una visione ottimistica che, non a caso, ha momentaneamente ricompattato il PD premiandolo alle elezioni amministrative.
Ma a ottobre, forse a novembre, raggiungiamo il Ground Zero.
E Confindustria, solitamente molto cauta nelle sue dichiarazioni, rompe l’incantesimo e parla esplicitamente di “rivolta sociale” e “problemi di tenuta dell’ordine pubblico”. Perché? Perché – tanto per dirne una – in autunno non si potranno più pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Peggio di quello che è successo in Grecia.
E allora, che si fa?
Ma, soprattutto, che sta facendo il Movimento Cinque Stelle? A dire il vero, l’ecatombe di autunno era stata annunciata da Beppe Grillo. Ma poi? Qualcuno nel Movimento Cinque Stelle si è preoccupato di prepararsi a questa? A strutturare, organizzare, il Movimento Cinque Stelle per poterlo relazionare con le masse che si riverseranno in piazza? Si direbbe di no. A Napoli, ad esempio, sfumate le speranze di un regolamento che avrebbe potuto garantire al Movimento Cinque Stelle questo nuovo ruolo, si procede placidamente nella routine: qualche banchetto per petizioni sugli oli esausti e la raccolta differenziata, qualche simpatica chiacchierata sull’abusivismo commerciale o i beni culturali, bucoliche iniziative (come la sistemazione di aiuole o lo spazzamento di qualche piazza) …. Attività – intendiamoci -certamente legittime e che, in passato, avevano permesso di stabilire un collegamento con i cittadini; ma che – ora che questo collegamento si è tradotto in nove milioni di voti – dovrebbero essere rimpiazzate da altre ben più impegnative. Ad esempio, assemblee nei luoghi di lavoro, incontri con movimenti e sindacati degni di questo nome, campagne di massa sul rifiuto a pagare il Debito pubblico, la nazionalizzazione senza indennizzo delle banche e delle imprese che scappano all’estero, la rescissione dei trattati imposti dalla BCE…
Troppo stressante? Forse. Ma l’alternativa qual è? Continuare ad illudersi (anche dopo la quarta defezione in due mesi) che precipitare significhi volare?
Francesco Santoianni
Per un errore del sistema tutti i conteggi dei “mi piace” su Facebook, Twitter e Gmail sono stati azzerati