Su Luigi di Maio e i “traditori” Cinque Stelle
Ero stato tentato di andare a Pomigliano e chiederglieli pubblicamente di persona il perchè delle sue affermazioni. Ma poi ho visto che, a differenza della riunione di ieri (dove pure i due parlamentari lì presenti non si sono degnati di dire nulla sulla crisi del Cinque Stelle e dei suoi gruppi parlamentari), quella di Pomigliano non è una riunione interna del Movimento Cinque Stelle; bensì un “incontro con i cittadini”, un tentativo di riallacciare un rapporto di fiducia (che era stato attestato da quasi nove milioni di voti) che si direbbe, ormai, definitivamente compromesso. Ho deciso, quindi, di lasciar perdere: sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa.
Eppure quanto affermato dal deputato Luigi di Maio (unanimemente, considerato la ”mente più fine” del Gruppo Cinque Stelle) e che cioè “i traditori di M5S sono guidati dai soldi” comincia a farmi pensare che la strada in discesa del Movimento Cinque Stelle sia ormai senza ritorno. Anzi, una strada che, se non vengono immediatamente attuati straordinari correttivi lo porterà a dissolversi come neve al sole.
Il perchè della crisi del Movimento Cinque Stelle ha varie cause. Intanto la pretesa di Grillo di considerarlo semplicemente una proiezione della sua volontà; questo spiegherebbe, il perchè non si è ancora realizzato né un portale nazionale del Movimento Cinque Stelle (dove tutti gli attivisti italiani potrebbero liberamente decidere, scambiarsi documenti e opinioni e rapportarsi così ai parlamentari) né indetta una qualche assemblea nazionale dei movimenti Cinque Stelle.
Un’altra causa, conseguente alla prima, è l’isolamento che vivono i parlamentari i quali, in assenza di un collegamento con le realtà territoriali e di conseguenti mobilitazioni che possano vivificare i loro interventi, non si sentono espressione di movimenti di lotta ma, tutt’al più, meri estensori di interpellanze e iniziative di legge (quasi tutte, ottime), sistematicamente bocciate, e che lasciano il tempo che trovano. È questo il principale motivo della crisi che attanaglia tutto il Movimento Cinque Stelle.
Addebitare, invece, le defezioni dei parlamentari ad un loro supposto “tradimento” o brama di denaro (come fa di Maio o i tanti che credono di esorcizzare il problema con processioni o appiccicando santini di Grillo sulle pagine di Facebook) non solo è fuorviante ma non spiega perchè mai parlamentari estratti con le “Parlamentarie” dal cuore del Movimento Cinque Stelle fossero, in realtà, dei piccoli Scilipoti.
Che fare, allora?
Una possibile risposta alla crisi del Movimento Cinque Stelle, da me ripetuta fino alla noia in questo sito, è la creazione di norme che permettano di decidere e su queste decisioni chiamare alla mobilitazione: in altri termini un Regolamento. Il percorso per realizzarlo è certamente difficile. Ma si può cominciare. Ad esempio dalla prossima Riunione regionale. Se questa si ridurrà semplicemente ad una allegra e informale “rimpatriata tra amici” sarà una occasione persa, come quella, ieri, di Napoli. Se sarà, invece preceduta dalla pubblicazione di documenti introduttivi sui quali invitare tutti a discutere e, soprattutto a, votare potrà essere il primo passo per venire fuori dalle sabbie mobili nelle quali stiamo affondando.
Ma chi dovrebbe organizzare una siffatta Riunione? In assenza di altre strutture delegate, senza dubbio i parlamentari campani. Qualcuno tra questi si è già abbandonato a allarmanti considerazioni (che non capisco proprio perché non abbiano suscitato reazioni degne della loro gravità) altri continuano a starsene zitti. Tutti comunque hanno la responsabilità di agire subito. Il tempo sta scadendo. E la festa è finita.
Francesco Santoianni
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