Bonino, Grillo, i Radicali e la Repubblica delle banane
Ma se l’avesse fatta un qualsiasi parlamentare Cinque Stelle la dichiarazione di Grillo (pur ridimensionata qualche giorno dopo, a seguito delle proteste di Antonio di Pietro) e che cioè avrebbe firmato tutti e dieci i referendum proposti dai Radicali, che sarebbe successo? E gli attestati di stima a Pannella e compari? Quanti anatemi, quanti inappellabili espulsioni per l’incauto senatore o deputato “grillino” che li avesse esternati sarebbero stati sanzionati da una una ormai tenebrosa “Rete” fatta di “click”, inviati da non si sa nemmeno chi? Ma mettiamo da parte queste mie considerazioni che, cocciutamente, continuo a ripetere e (ri)parliamo della Bonino e dei Radicali.
Prima, però, una piccola digressione. Anche per rispondere ad un mio amico, iscritto al PD, che pretende di spiegare tutte le infamie del suo partito e del Governo Letta come “rospi da ingoiare” per accontentare il PDL e tenere in piedi “l’unico governo possibile dopo il NO dei Cinque Stelle a Bersani”. Sulla giusta scelta del NO, rimando ad un recente video di Bersani e ad alcune dichiarazioni di esponenti del PD che illuminano sulla sorte che sarebbe toccata al Movimento Cinque Stelle se avesse accettato il cappio proposto da Bersani (più o meno la stessa toccata a Rifondazione Comunista con il governo Prodi). Su quelli che sarebbero, poi, i “rospi da ingoiare”, un esempio ci viene fornito dal rimpatrio forzato in Kazakistan della moglie e della figlioletta del dissidente (anche se, pare, sia coinvolto in speculazioni finanziarie) Ablyazov: una faccenda scandita dalle davvero sbalorditive dichiarazioni del ministro degli Esteri e “paladina dei diritti umani”, Emma Bonino.
Dunque, per tutti i mass-media asserviti al PD (e, quindi, per l’opinione pubblica) il rimpatrio, anzi il sequestro, anzi la “Extraordinary rendition” della famiglia di Ablyazov sarebbe stato “ordinato” dal turpe Berlusconi per compiacere il suo compare in affari Nursultan Nazarbayev, satrapo del petrolifero Kazakistan. Può essere? Può essere. Ma quasi nessuno in Italia ha saputo che sul libro paga di Nazarbayev ci sono i massimi esponenti “democrat” europei, come Tony Blair. E anche (per non meglio specificate “consulenze”; verosimilmente per attività di lobby) il probo Romano Prodi, Presidente del PD. E se fosse stato il PD – o, anche il PD – su ordine delle sue lobbies petrolifere, a spedire la moglie e la figlioletta di Ablyazov nelle mani di Nazarbayev? “Noooooooo…!” – esclamano le anime belle della “sinistra” – “Il PD è fatto da gente onesta! Di specchiata fede democratica! Come si può pensare una simile cosa?” (sopratutto dopo la consegna di Ochalan ai suoi aguzzini turchi operata nel 1999 dal Governo d’Alema). E allora, fuoco alle polveri contro Alfano ma, per carità, si risparmi dal ludibrio generale la “paladina dei diritti umani”, in quota PD, Emma Bonino. Ma cosa volete che ne sapesse di quello che stava succedendo, povera donna! E poi fa parte del Gruppo Bildberg, Mica è una “testa di turco” come Angelino Alfano, già immolato da Berlusconi sin dai tempi del Governo Monti. E al quale il PD propone ora il “bel gesto” di lasciare – con tutti gli onori, ovviamente – la carica di ministro dell’Interno.
Tanto, Alfano si può sacrificare per continuare la farsa del governo Napolitano, la Bonino no.
Del resto, chi (a parte il fuggevole passaggio in una interrogazione Cinque Stelle) ha osato accusarla per il caso Snowden-Morales? Lo ricordate? No? Eppure è successo due settimane fa. Rinfreschiamoci la memoria, A giugno, un “dissidente americano” (perché di questo si tratta, non certo di un criminale o di un terrorista) Edward Snowden, già analista della CIA, rende noto che gli USA da anni, con la scusa della “lotta al terrorismo” intercettano le conversazioni (telefoniche e internet) di milioni di cittadini europei, dei loro governanti e delle loro istituzioni economiche. Per sfuggire ad una probabile condanna a morte (resa possibile dalla attuale legislazione USA) o all’ergastolo (già appioppato ad altri due “dissidenti” (Bradley Manning e Julian Assange), Snowden si rifugia prima in Cina e poi in Russia da dove chiede asilo alla Bolivia. Il presidente della Bolivia Evo Morales si reca, quindi, coi suo aereo di Stato, a Mosca per cercare di capirci qualcosa. Poi fa ritorno in patria. Ed ecco il colpo di scena. Il Dipartimento di Stato americano ORDINA (si, avete letto bene, ordina) ai governi europei di bloccare l’aereo di Morales aggiungendo che «Chiunque appoggerà o darà asilo a Snowden sarà costretto a pagare gravi prezzi». E i governi europei, che pure erano i bersagli delle intercettazioni rivelate da Snowden, che fanno? Chinano la testa (prima tra tutti la Bonino) e interdicono il sorvolo dei loro territori all’aereo di Morales, che è costretto ad atterrare in Austria.
La inaudita gravità di questo episodio (splendidamente spiegato in un video di Giulietto Chiesa) che, tra l’altro, fa carta straccia del Diritto Internazionale (è la prima volta che, per catturare un dissidente, si arriva a bloccare militarmente il Capo di un governo), avrebbe dovuto comportare l’assoluta chiusura verso i Radicali, “paladini dei diritti umani”, splendidamente rappresentati dalla Bonino. Non è stato così. E pochi giorni dopo, arriva l'”apertura” di Grillo ai loro referendum.
Ma sul contenuto di questi referendum avremmo modo di parlarne.
Francesco Santoianni
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