Mamma mia, i Forconi!
Forconi come Alba Dorata? Si, ma per ragioni diverse da quelle in cui credete. O che vi fanno credere. Ma parliamo, intanto, delle manifestazioni di questi giorni indette dal “Popolo dei Forconi” un informale movimento di padroncini (agricoltori, camionisti, pastori, tassisti…) proletarizzati e ridotti alla disperazione dalle “liberalizzazioni” e che – a differenza di tanti altri – ha ottenuto anche delle “vittorie” come quella dei tassisti che, nel gennaio 2012, riuscirono a rintuzzare la “riforma” Monti-Bersani.
Contro questo movimento, oggi, un inappellabile verdetto viene emesso dai media mainstream (e purtroppo anche da solitamente ottimi giornali on-line, come – ad esempio- Contropiano); essere egemonizzato da “Forza Nuova”: un’organizzazione fascista che – effettivamente – alle politiche 2013 ospitò nelle sue liste alcuni esponenti dei “Forconi” raggiungendo, comunque, un pietoso 0,26%. Oltre a questa accusa (ed un’altra – ovviamente, propagata da Repubblica – basata su un anonimo volantino che attesterebbe la sponsorizzazione della Mafia), una davvero preoccupante iniziativa del Ministero dell’Interno contro il Popolo dei Forconi: una “diffida” a suoi esponenti siciliani e campani ad essere presenti in prossimità di svincoli autostradali, strade, stazioni ferroviarie, porti e valichi di frontiera; una iniziativa grave considerando che colpisce persone che non sono state né condannate né imputate per “delitti” contro l’ordine pubblico. Un inquietante precedente che richiama i divieti preventivi del ventennio fascista quando era prassi – in occasione di cerimonie di regime o di festività proibite come il Primo maggio – minacciare di arresto i “sovversivi” che si fossero recati in prossimità dell’evento o che fossero usciti da casa.
Ci sarebbe da protestare contro questo inedito – immobilizzare gli organizzatori – tentativo di decapitare ogni forma di protesta. Ma chi volete che oggi lo faccia considerato che questa diffida, per le “anime belle” della sinistra, colpisce i “fascisti del Popolo dei Forconi”? Tra l’altro, l’enfatizzare la “comprensione”, o quasi la simpatia esternata dalle forze dell’ordine nei riguardi dei Forconi (al di là della corrispondenza a questa di alcuni episodi) contrapponendola ad una (in verità, finora, abbastanza rara) feroce determinazione che accoglierebbe le manifestazioni di “sinistra”, che sta riempiendo il web, non si capisce proprio dove vuole andare a parare. A paragonare le mobilitazioni del Popolo dei Forconi all’anticamera di un “colpo di Stato”?
E ora parliamo di Alba Dorata. Con buona pace di chi la dava trionfante già nelle elezioni del maggio 2012, va detto che il 6,9% di allora (ridottosi, peraltro, al 6,2% delle elezioni del mese successivo) era nient’altro che il lascito di un altro partito fascista confluito in Alba Dorata. La vera spaventosa crescita di questo partito (oggi secondo i sondaggi ad un 26% che lo renderebbe il primo partito in Grecia) è invece recente ed è da addebitare – oltre al suo sapere incanalare la rabbia dei greci contro l’immigrazione clandestina – alla sua sostanziale messa fuori legge, avvenuta il 28 settembre 2013 con l’arresto dei suoi deputati e l’annullamento di ogni prerogativa parlamentare. Un provvedimento di inaudita gravità (scaturito a seguito di “indagini” che avrebbero “dimostrato” un fantomatico progetto di “colpo di Stato”) contro il quale la “sinistra” non ha ritenuto doveroso protestare e che ha finito per presentarla agli occhi dei greci come complice dell’odiato governo Samaras. E a rendere più luminosa per Alba Dorata l’aureola di martire, il 1 novembre, l’esecuzione di suoi due militanti.
Ma cosa c’entra tutto questo con il Popolo dei Forconi che, almeno finora – grazie al Cielo – a differenza di Alba Dorata, non lincia gli immigrati e non accoltella i militanti di sinistra? C’entra perché, al di là della sua “direzione politica” (o meglio, delle forze che vorrebbero occuparla) i drammi che lo hanno costretto a scendere in piazza sono gli stessi in tutti i paesi capitalisti: l’importazione di generi agricoli che mette fuori mercato contadini e pescatori; la grande distribuzione che fa fallire migliaia di bottegai, tassazione sempre più feroce e chiusura dei canali del credito… Finora, tra i “Forconi”, la causa di tutto questo è stata, confusamente, addebitata ad una indistinta “casta” o a ad una altrettanto indistinto e tenebroso “sistema finanziario”e, ancora oggi, se non marginalmente, la questione degli “immigrati che tolgono lavoro agli Italiani” è stata tenuta fuori dalle loro mobilitazioni. Ma cosa succederebbe se questa parola d’ordine cominciasse a far breccia? È facile prevedere una dinamica greca, ma anche francese, o danese, o spagnola, o ungherese….
Da questo punto di vista, invece di limitarsi a profferire anatemi su Facebook contro i “Forconi” o farne l’analisi del sangue, varrebbe la pena di confrontarsi da subito con questo movimento, anche per non lasciarlo solo quando la repressione lo colpirà duramente.
Discutere ai loro capannelli, invitare alle nostre assemblee questi padroncini disperati. Non certo per esorcizzarli ma per sviluppare con loro una mobilitazione di massa contro il cappio del pagamento del Debito pubblico (90 miliardi di euro di interessi all’anno, oltre ai 50 miliardi per il Fiscal compact) che sta strangolando noi e loro.
Una mobilitazione più urgente che mai. E piange il cuore constatare che chi avrebbe dovuto condurla l’abbia, oggi, surrogata in un languido click.
Francesco Santoianni
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