Grillo, l’Ucraina e le foglie di fico del Pacifismo italiano

Mentre incombe la sfavillante kermesse  “Arena di Pace e Disarmo”, che si terrà a Verona il 25 aprile, (evento “clou”: il guerrafondaio Gad Lerner che intervista Susanna Camusso) una nuova guerra civile, quella in Ucraina, sta muovendo i primi passi. Ovviamente, con il beneplacito del PD, (che sponsorizza l’evento di Verona), e nel disinteresse degli altri che ci chiedono il voto per le elezioni del 25 maggio. Ma andiamo per ordine.

Annunciato da un appello tutto imperniato contro le nuove spese militari (in particolare quelle per gli F35) l’evento di Verona è diventato la foglia di fico del PD che, da tempo, sugli F35  (tra annunci farlocchi di “tagli” e di “ripensamenti”) fa il Gioco delle Tre Carte; basti vedere quanta gente del PD c’è tra i firmatari dell’appello. E a rinfoltire l’evento di Verona, la prospettiva di rimettere in moto il carrozzone del Servizio Civile e l’accorrere di innumerevoli ONLUS, oggi disponibili anche ad aderire a manifestazioni come queste. Va da sé che, in una iniziativa come “Arena di Pace e Disarmo”, la guerra diventa quasi una categoria metafisica da esorcizzare con vuote litanie quali: “La guerra è il suicidio dell’umanità”, “Solo la nonviolenza ci salverà”, “Disarmiamo l’economia, la politica, l’esercito”… Non a caso, l’annuncio della kermesse  si guarda bene dal menzionare, sia pure di sfuggita, la Siria (contro la quale, da tre anni, anche il nostro governo sta conducendo una sanguinosa aggressione) la Libia (sprofondata, dopo la nostra guerra, in un baratro di orrori) e, sopratutto, l’Ucraina (con il nostro ministro degli esteri, la PD Mogherini, in prima fila a sostenere i nazisti messi al potere a Kiev e a imporre sanzioni alla Crimea).

Ma, a proposito di foglia di fico, vogliamo parlare di Paolo Ferrero? Ineccepibile  la sua posizione sull’Ucraina; peccato che la posizione ufficiale della ineffabile Lista Tsipras – nella quale è riuscito ad intruppare Rifondazione Comunista – sia quella espressa dal documento “Aiutiamo l’Ucraina con forze di pace”. Un capolavoro di ipocrisia dove nessuna menzione viene fatta sul supporto della Comunità Europea e, quindi, anche dall’Italia dato ai fascisti per pianificare questa nuova Jugoslavia o sulla caccia al “comunista” che si sta svolgendo con l’ausilio di mercenari statunitensi.

No, per la lista Tsipras l’unica soluzione a questa crisi (“come avrebbe dovuto essere per la Siria”) è l’invio di “Berretti bianchi, un movimento di volontari italiani già intervenuti in numerose zone di guerra fra cui il Kossovo, l’Iraq, la Palestina con l’obiettivo di facilitare la convivenza e una soluzione non violenta del conflitto”. Peccato che questo invio, non abbia sortito nessun effetto se non qualche soldo nelle tasche di chi gestiva queste ONLUS (molte delle quali, oggi, sponsor della Lista Tsipras).  Forse non è un caso che, a seguito di queste posizioni il PdCI è stato buttato fuori (secondo altre versioni, se ne è andato) dalla Lista Tsipras. Non così una Rifondazione che, nella sua pretesa di ricercare qualsiasi appiglio istituzionale pur di sopravvivere, continua ad imbarcarsi in tutte le coalizioni possibili e immaginabili.

Per il Movimento Cinque Stelle, invece, sull’Ucraina, la foglia di fico si chiama Massimo Fini . Ottimi, i suoi articoli di politica estera sul blog di Grillo. Peccato che (al pari di quelli di un altro bravo giornalista: Marcello Foa) siano, appunto, articoli suoi. Chi volesse conoscere, invece, quale sia la posizione “ufficiale” del Movimento Cinque Stelle sulla guerra deve sobbarcarsi la Pagina Facebook della sua Commissione Affari Esteri e Comunitari. Dove, tra agghiaccianti iniziative a favore dei due Marò e altre amenità – a due mesi dall’aggressione dell’Occidente all’Ucraina – continua a troneggiare un davvero insipiente comunicato.

Che fare? Come “pacifista” ho cercato – pateticamente – di far prendere al Movimento Cinque Stelle (allo sbando sulla questione, considerando l’ignobile appello al quale aderiscono alcuni suoi parlamentari) una posizione contro la guerra (ovviamente, non presente nei canonici Sette Punti per l’Europa). Mi sono pure proposto come candidato a Strasburgo sperando di sfruttare a tale scopo la mia “campagna elettorale”. Che, comunque, è durata qualche ora. Poi ho offerto ai candidati usciti alle primarie, per la loro campagna elettorale alcuni video contro la guerra che avevo prodotto. Non mi ha risposto nessuno.

Ecchecazzz!

 

Francesco Santoianni

www.francescosantoianni.it

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