Urka! I Missili Buk in mano ai separatisti ucraini

Sembra di essere tornati indietro di dodici anni quando, grazie a compiacenti giornalisti, sedicenti “esperti” certificavano come “fabbriche e installazioni di armi di distruzioni di massa”, qualunque edificio iracheno per giustificare la guerra. Ora è la volta dell’Ucraina orientale e dei  “Missili Buk” che usati dai “terroristi separatisti filorussi” avrebbero abbattuto per errore il Boeing 777 delle Malaysia Airlines (295 morti).

Sbugiardata “l’intercettazione telefonica” effettuata – secondo il  S.B.U. i servizi di sicurezza di Kiev  – alle 16.40 del 17 luglio (l’aereo risulta ufficialmente sparito dai radar  e quindi schiantatosi alle 16,15,) nella quale una squadra di “terroristi separatisti”,  già arrivata sul posto, si rammarica con il suo “comandante” – tale Vasili Geranin ufficiale dei Servizi Segreti russi – di avere ucciso civili (ma su questa bufala ci ritorneremo), Repubblica (insieme altri “autorevoli” giornali) non trova niente di meglio che affidarsi ad un “video amatoriale” che mostra il sistema di lancio semovente  (si, proprio quello che ha lanciato il missile sull’aereo, considerando che ne manca uno dei tre posti in bella evidenza sul tetto) diretto in Russia “dove i missili verranno  distrutti presumibilmente per eliminare ogni prova dell’attacco”.

Perché questo convoglio non venga attaccato dall’aviazione ucraina che da mesi sta bombardando la zona, la redattrice dell’articolo non se lo domanda. Nè si domanda come abbiano fatto i “terroristi separatisti filorussi” a colpire da terra, senza radar o satellite, un aereo che volava a 10.000 metri di quota (e che, guarda caso, si trovava sulla stessa linea di volo dell’aereo che trasportava Putin).  Nè si domanda di un davvero insolito ordine di scendere di quota richiesto all’aereo da Kiek perché E così, dopo averci rifilato un altro video (“mostra un sistema di lancio con i missili Buk”) che non mostra assolutamente nulla, trincerandosi pudicamente dietro un “non ci sono conferme indipendenti della validità (dei video)” affida la validità dei video alle dichiarazioni di un“esperto”:  Brown Moses, diventato famoso per la sua bufala dei  barili esplosivi di Assad.

Probabilmente ci sono in giro esperti militari più affidabili. Ma per foraggiare un’altra guerra, forse, non c’è bisogno di andare troppo per il sottile.

Francesco Santoianni

www.francescosantoianni.it

Questo articolo è stato pubblicato in contemporanea su www.sibialiria.org

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