Foley: il video è “vero”. E’ tutto il resto che è falso

Anche io, come non molti attivisti che cercano di smascherare le innumerevoli bufale finalizzate a preparare alle guerre, mi sono consumato gli occhi per appurare l’attendibilità dell’ormai “celebre” video della decapitazione di James Foley. Video, che, come è noto, è stato rimosso (o tagliato dei suoi cinque secondi più brutali) da Youtube; azienda che, comunque, forse a perpetuo monito, continua a mostrare raccapriccianti e “completi” video di esecuzioni di leader di “Stati Canaglia” quali, ad esempio, quella di Gheddafi o Saddam. Il video “integrale” (ma su questo ci torneremo) è stato comunque rimesso on line da Liveleak da dove l’ho scaricato (e postato, in formato sorgente, qui) per poterlo meglio analizzare.

Arriviamo subito al sodo: non sono riuscito a trovare nulla che mi faccia supporre che si tratti  di una falsa esecuzione. Certo, come è già stato fatto notare, in un interessante articolo,  stupisce il dispendio di mezzi impiegati dall’ISIS-ISIL, non nuova a decapitazioni e a conseguenti filmati.

 Finora, questa banda di tagliagole (ovviamente, creata e finanziata dall’Occidente e dalle Petromonarchie) si era accontentata di video artigianali ottenuti con qualche videofonino che, non montati, venivano inviati a Youtube o a Vimeo nella speranza che durassero almeno il tempo necessario per permettere a qualche fanatico di “gustarseli” o scaricarli nei propri computer. Questa volta, invece, si tratta di una “produzione cinematografica”: due (forse tre) videocamere su treppiede, “scenografia” accurata, audio perfetto, (sia Foley che il tizio in nero erano microfonati), ottimo montaggio, ammaliante (anche nel lettering) “titolo di testa”… E anche il “Messaggio all’America” che proclama il povero Foley prima di morire si direbbe uscito dalla penna di uno sceneggiatore. Ovviamente, questa insolita cura nel realizzare il video non attesta inequivocabilmente l’opera di un falsario in quanto questi avrebbe certamente riproposto la stessa sciatteria di pur agghiaccianti video di decapitazioni. Colpisce, comunque che i famigerati miliziani dell’ISIS-ISIL (certamente non noti per la loro sensibilità)  si siano preoccupati di celare, in parte, la decapitazione oscurandola già nei primi fotogrammi e mostrando solo il “risultato finale”.

Queste considerazioni hanno dato la stura su internet ad una ridda di illazioni che pretenderebbero di catalogare il tutto come una montatura , magari anche arzigogolando sull’accento britannico (o del New Jersey) del boia o appoggiandosi sulle fantomatiche dichiarazioni di un “esperto del Cremlino“. Come già detto, per quel poco che può valere, ritengo che il video si concluda con una reale decapitazione. Anche perché l’unica obiezione “tecnica” – l’inesistenza di spruzzi di sangue all’inizio della decapitazione, nell’ultimo fotogramma prima del totale oscuramento – si spiega considerando che non era stata ancora lacerata la vena giugulare.

 Un video autentico, dunque? No. Completamente falso.

Intanto ho motivo di ritenere che il video non sia stato girato in pieno agosto. L’ora delle riprese (intorno a quella meridiana, evidenziata dalle ombre) e il presumibile caldo (anche se la ripresa parrebbe fatta su un altopiano ventoso) mal si conciliano con gli scarponi pesanti dell’uomo (che, essendo pignolo, preciso  non sono i famosi “anfibi” utilizzati dalle truppe americane) e la mancanza di sudore sulla tuta arancione di Foley (vedi anche l’ultimo, orribile, fotogramma che lo ritrae) e sul suo cranio rasato. Un video, quindi, che si direbbe girato in una stagione non estiva, realizzato presumibilmente poco dopo il rapimento di Steven Joel Sotloff, (agosto 2013)  mostrato, alla fine del video, verosimilmente, per  sollecitarne il riscatto (che non era stato, invece, pagato per Foley). Un video tirato fuori dagli USA solo ora che si sta ri-bombardando l’Iraq e, quindi il “Califfato islamico”, menzionato nel primo spezzone del video, da Obama.

Mi sembra una ipotesi probabile, anche alla luce di altre considerazioni.

Il video, che – secondo la vulgata – dovrebbe essere stato realizzato dall’ISIS-ISIL, contiene nella prima parte un lungo spezzone di due minuti (quasi la metà dell’intero filmato) che per attestare la brutalità degli USA non mostra altro che un insulso, recente, discorso tenuto da un impettito Obama  e alcuni fotogrammi di un attacco missilistico. Per quanto riguarda Obama, si direbbe uno dei tanti video promozionali realizzati dalla Casa bianca se non fosse che è costellato da davvero sospetti “disturbi video”. Se fossi un esperto in tecniche di comunicazione subliminale, probabilmente pontificherei che quei “disturbi” sono stati creati ad arte (tra l’altro è uno dei tanti effetti dei programmi di video editing) per trasferire sull’immagine del Presidente degli Stati Uniti (e quindi sul cittadino medio americano) quella minaccia così esplicitata nella seconda parte del video. Fantasie? Ma allora perché mai i pur valenti video maker dell’ISIS-ISIL (ammettendo, per pura ipotesi, che di essi si tratta, anche se non c’è nessun vessillo del “Califfato islamico” ripreso nel video) per attestare la brutalità del “Grande Satana americano” hanno scelto appena quattro secondi di fotogrammi, in bianco e nero, (sovrastati dalla scritta, in arabo e in inglese “L’aggressione americana contro lo Stato islamico”) che mostra – da una ripresa effettuata in quota e in bianco e nero – una confusa macchia che colpisce un camion che transita su una strada deserta? Mancavano forse scene più convincenti? Che so’, donne, vecchi, bambini, moschee… fatti  a pezzi dalle bombe americane. O il regista del video aveva deciso di darsi alla sperimentazione cinematografica? 

Certo, siamo nel campo delle ipotesi. Ma non credo che sia fantapolitica ipotizzare che gli USA, apprestandosi ad una nuova “guerra umanitaria” e alla conseguente invasione della Siria, abbiano preso un video, realizzato, tempo fa – da una delle tante bande che infestano la Siria e l’Iraq – per sollecitare il riscatto del rapimento di Steven Joel Sotloff (che viene mostrato alla fine). Un video buono per tutte le occasioni, tanto il boia di James Foley ha la faccia interamente coperta e, non mostrando le labbra, falsificando l’audio, gli si può far dire tutto quello che si vuole. Hanno poi depurato il video dalle immagini più cruente per favorire la sua planetaria diffusione, lo hanno fatto precedere dal recente video di Obama e dai fotogrammi dell’asettico bombardamento per attestare la sua attualità. E, voilà, il gioco è fatto.

Tutti a parlare del “genocidio” paventato dall’ISIS-ISIL, dimenticandosi quello che sta perpetuandosi a Gaza o in Ucraina e a linciare mediaticamente chiunque – come il povero di Battista – osi parlare ancora contro la guerra. È vero, c’è pure qualche insospettabile giornalista mainstream che cerca di fare il suo mestiere e, addirittura, qualche giornale che, inaspettatamente, documenta come l’ISIS-ISL sia una creatura delle Petromanrchie alleate del nostro Governo. Ma che importa? Abbiamo bisogno di un’altra guerra. Per sconfiggere il Male. L’Uomo Nero. Quello che taglia la gola. In televisione e su internet lo abbiamo, finalmente, visto. Tutti noi. 

 

Francesco Santoianni

www.francescosantoianni.it

 

P.S. Sono costretto a soffermarmi su una macabra questione. Molti,  anche a seguito di quanto viene pubblicato in Rete, mi stanno contattando (anche tramite mail e commenti FB al mio articolo) per farmi notare la scarsa quantità di sangue sotto il collo tagliato di James Foley.  “Prova”, a loro dire,  che la decapitazione di Foley  sia una bufala. In realtà come credo si evinca dalla foto 1 e dalla foto 2 (che è possibile confrontare tramite il particolare ammasso di pietre indicato dalla freccia rossa) il corpo del giornalista dopo la decapitazione è stato spostato in un luogo adiacente quello dell’esecuzione.

 

PS. PS. Pare che ci avevo visto giusto con questo articolo: date una occhiata qui

 

9 pensieri riguardo “Foley: il video è “vero”. E’ tutto il resto che è falso

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