Manifestazione per la Grecia. Ci mancava solo la Donna Cannone e il Trio Fernandez
Tra le firme di adesione c’erano quelle di Susanna Camusso, Paolo Ferrero, Don Ciotti, Toni Servillo, Fassina, Civati, Cofferati la CGIL, la FIOM, Rifondazione Comunista, Sinistra & Libertà, l’Arci, Attac, Sinistra Anticapitalista, Ross@, il Partito Comunista dei Lavoratori, il Comitato per l’acqua pubblica; il Comitato Stop TTIP, il Manifesto…. ci mancava solo – per essere al completo – la Donna Cannone e il Trio Fernandez. Ma, nonostante il diluvio di adesioni formali, la manifestazione “Cambia la Grecia, cambia l’Italia” di Roma, in solidarietà con il popolo greco e il suo Governo Tsipras, è stata un flop: forse diecimila persone. Davvero poche per una manifestazione nazionale. Poi, c’eravamo pure noi: i compagni contro la guerra e numerosi attivisti ucraini schierati contro la guerra NATO nel Donbass. Ma su questo ci torniamo dopo; ora parliamo del perché del fallimento della manifestazione.
Nata dal quello che – considerate le divergenze nel gruppo italiano a Strasburgo – si è ridotto ad essere un mero marchio – “Lista Tsipras” – privo di qualsiasi contenuto, la manifestazione (nonostante venisse preparata quasi in clandestinità e con tempi e modalità tali da impedire un benché minimo dibattito) conosceva – all’inizio – numerose adesioni da parte di organizzazioni e movimenti. Che però si sono dissolte quando la preparazione della manifestazione (con l’incedere di adesioni sempre più impresentabili) ha rivelato il suo vero scopo: un tentativo di SEL e di Rifondazione di cementare una alleanza con i “dissidenti” del PD. E così il corteo del 14 si è ridotto ad una mesta sfilata, aperta da famigerati “notabili della sinistra che fu”, conclusasi con un comizio con interventi che, piene di frasi di rito, si sono guardati bene dall’affrontare il nocciolo della questione: il non pagamento del Debito, in Grecia e in Italia.
In fondo al corteo uno spezzone, di attivisti italiani e ucraini contro la guerra aperto dallo striscione “Tsipras: l’unico governo dell’Unione Europea contro la guerra-NATO in Ucraina”. Si sperava che questa parola d’ordine potesse porre la questione della guerra in Ucraina (e della imminente guerra alla Libia) nella manifestazione e, magari, permettere un se pur piccolo intervento dal palco. Così non è stato.
Francesco Santoianni
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