La stupida contestazione al prossimo comizio di Salvini
Sono già tanti i compagni che si fregano le mani pregustando la contestazione del comizio di Salvini a Roma il 28 febbraio. In nome dell’antirazzismo, ovviamente. E l’antirazzismo l’hanno pure infilato nel, già morto, Appello contro la NATO pur di tenerne fuori Giulietto Chiesa, “reo” di dialogare con la Lega e con il Movimento cinque stelle. Questa storia dell’antirazzismo e delle devastazioni che sta apportando merita di essere raccontata. Ma prima di andare avanti con la predica, due parole sul pulpito.
Comunista da sempre, continuo a diffidare di chi, sbiadendo la propria ideologia, si dichiara anti-qualcosa, magari illudendosi che con gli “anti” si possa far crescere un qualche movimento. Peggio che mai per fronteggiare supposte minacce che sono null’altro che armi di distrazioni di massa quali l’omofobia, il femminicidio, l’antisemitismo e soprattutto l’antirazzismo. Sul crescente “razzismo” e sulle folli risposte a questo mi ero già dilungato. Meglio, quindi, sintetizzare la questione.
Favorire l’immigrazione irregolare non è un’opera di bene ma è quello che, da almeno due secoli, fa il capitalismo nei paesi avanzati. E chi, pretendendo di vederci dietro l’alba di una radiosa “società multietnica”, propone come risposta a questa non meglio precisate “politiche di accoglienza” o è – come il famelico Terzo Settore – alla ricerca di business o – come tanti compagni che hanno gettato la spugna di fronte all’apparente immobilismo della società italiana – è alla confusa ricerca di nuovi interlocutori. Con un’aggravante. Non dicono una sola parola contro le guerre (alias “Primavere arabe”) – come quella alla Libia o alla Siria scatenate dall’Occidente e dalle Petromonarchie – che hanno decuplicato il numero di disperati sbarcati sulle nostre coste. Non una parola. Neanche sulla guerra in Ucraina che pure sta determinando l’arrivo, qui da noi, di disertori senza alcuno status di rifugiati. Nulla. Solo vuote litanie e ipocriti piagnistei come quelli che hanno riempito gli interventimediocre manifestazione) pro-Tsiras di un paio di giorni fa.
Come meravigliarsi, allora, se questo vuoto politico rischia di assicurare a Salvini lo stesso successo di Marie Le Pen? Che fare allora? Intanto evitare di andare a fare controproducenti sceneggiate (certamente con la diretta TV di Repubblica e di RAI 3) ai comizi di Salvini o buffonate contro quattro gatti. E poi riprendere, con pazienza e ostinazione, a fare politica tra la gente. E sbrighiamoci. Perché la crisi incombe e una guerra è sempre più vicina.
Francesco Santoianni