Cinque Stelle: una “scissione” pilotata da Casaleggio?


La moltitudine dei “fedeli” di Grillo, ovviamente, non ha capito nulla e continua su Facebook e sui Meetup a lanciare strali di accuse e improperi contro i cinque senatori Cinquestelle (Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani) che, senza troppi clamori da parte di Grillo, se ne sono andati via dal Gruppo parlamentare dopo l’incomprensibile espulsione “ratificata dalla Rete” (ma sull’affidabilità di questa  ci sarebbe molto da dire) di altri quattro senatori: Battista, Bocchino, Campanella e Orellana. Tutti e nove finiti al Gruppo Misto, perché questo è imposto dal Regolamento del Senato. A meno che… A meno che non si costituisca un nuovo Gruppo parlamentare e per questo ci vogliono almeno 10 senatori: ad esempio inglobando qualcuno dei già espulsi  tempo fa (Gambaro, De Pin, Anitori, Mastrangeli) o qualche altro in procinto di esserlo. Un nuovo Gruppo parlamentare che – senza la defatigante raccolta di firme – avrebbe la possibilità di presentarsi  alle elezioni, come “partito”. Un partito di “grillini” ma – almeno, agli occhi dell’opinione pubblica – affrancati dalla sudditanza a Grillo. Capace di intercettare, così, nuovi e vasti strati di popolazione (in primo luogo base PD e area “Lista Tsipras”).

Insomma, specularmente, la stessa altrimenti inesplicabile “scissione” Berlusconi-Alfano. Marketing elettorale che (ed è questo l’aspetto più interessante) permetterebbe a Grillo, se andasse in coalizione con la lista degli ex (ex?) grillini, a fare il pieno di seggi grazie a questa o alla prossima legge elettorale. A suffragare questa ipotesi, al momento soltanto “voci”  e una possibile spiegazione dell’altrimenti incomprensibile “cupio dissolvi” di Grillo (in realtà di Casaleggio) che ora, per una quisquilia, minaccia di espulsione addirittura il suo pupillo: Federico Pizzarotti, sindaco di Parma.

In ogni caso, (anche se non siamo stati certo teneri con il suo probabile leader) salutare sarebbe la creazione di un clone del Movimento Cinque Stelle. Se non altro perché permetterebbe finalmente un confronto e quindi una crescita tra i tanti attivisti “grillini” oggi, ( per l’inesistenza di una qualsiasi  struttura organizzativa e decisionale) atomizzati  nella palude di internet e delle votazioni di “elettori certificati” che si direbbe esistano solo nei data-base della Casaleggio.

Francesco Santoianni

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