La mela avvelenata: “Convoglio russo distrutto in Ucraina”
Da qualunque punto di vista si guardi questa surreale faccenda del “convoglio militare russo distrutto dall’esercito ucraino” si presta ad un’unica, sconsolante considerazione. Quale? Ve la dico alla fine, altrimenti con il caldo di Ferragosto (e il mio articolo) vi addormentate subito.
Dunque, ieri pomeriggio apro internet e il titolo di testa del sito di Repubblica” (ma avrebbe potuto essere di qualsiasi altro sito padronal-PD) mi fa gelare il sangue: “Ucraina, il Presidente Poroshenko “Abbiamo distrutto un convoglio di blindati russi”. Inorridito leggo il resto dell’articolo che lascia presagire il peggio: “Ferma condanna dei paesi della UE” (prima tra tutti la Mogherini), “Inasprimento delle sanzioni alla Russia”, la NATO che “si prepara ad ogni evenienza” e poi “Crollano le borse europee: meno un punto a Londra e New York”. “Meno un punto”? Tutto qui? Più o meno come in una normale giornata di trattazioni? Strano. Credevo che una imminente guerra meritasse di più. Incuriosito, oltre che insospettito dalla mancanza di qualsiasi foto o video della distruzione del convoglio, butto giù un breve commento nel mio miniblog e mi metto a sfogliare siti russi per saperne di più.
Russia Today è “sbalordita” dall’annuncio del convoglio russo attaccato avendo invaso l’Ucraina. “Notizia” che smentisce nettamente invitando, nel contempo, il governo di Kiev (così come è stato fatto per l’aereo malese “abbattuto dai separatisti filorussi”) a mostrare uno straccio di prova. In più, mostrando l’interminabile fila di camion bianchi (un convoglio di aiuti alle popolazioni del Donbass organizzato – da settimane -con il beneplacito delle autorità di Kiev e sotto la supervisione della Croce Rossa Internazionale) avanza una, convincente, ipotesi. La “notizia” dell’attacco sarebbe stata rifilata al buon Poroshenko dalla fazione ultra-filo USA che, pur di strappare l’Ucraina dalle mani dell’Unione Europea è disposta a scatenare una guerra alla Russia, anche con provocazioni come la bufala del “convoglio russo distrutto in Ucraina” o l’abbattimento dell’aereo malese.
Intanto la “notizia” della distruzione del convoglio russo comincia a sgonfiarsi. E i giornali main stream, invece di domandarsi chi e perché avesse rifilato a Poroshenko quella mela avvelenata e sulla affidabilità di un regime (fascista e golpista) che – pur continuando a bombardare senza pietà inermi cittadini (provocando una strage addirittura peggiore di quella subita in questi giorni dai Palestinesi a Gaza) – continua a ricevere aiuti e finanziamenti, anche dal nostro Governo, si abbandonano, oltre al solito coro di minacce, ad una davvero penosa ritirata mediatica. Il tutto, nella speranza di far dimenticare l’accaduto. Speranza, purtroppo realizzatasi. Almeno considerando che – al di là degli ottimi ringhiosi commenti dei lettori de “Il Fatto quotidiano” e di qualche altro – si direbbe che questo abominevole episodio sia stato tranquillamente metabolizzato anche dal solitamente vispo “popolo della Rete”. Figuriamoci dalla gente comune.
Ma dicevamo delle reazioni delle Borse. Ma volete che multinazionali che gestiscono ogni giorno fiumi di denaro non abbiano legioni di bravi analisti di sicurezza internazionale che, in un paio di minuti e con qualche telefonata, riescono ad appurare l’attendibilità di una presunta minaccia al business? E volete che queste risorse non ce l’abbiano pure i vari ministeri degli Esteri? E allora? Perché questa differente risposta tra le Borse e le Cancellerie occidentali? Perché nel primo caso sono soldi da salvaguardare; nel secondo, invece, sudditanze politiche da mantenere. Anche a costo di una guerra che scoppia “per errore”. Tanto la gente è distratta. E oggi ci sono gli yazidi da tutelare, il femminicidio da estirpare, Ebola da contenere, la solita pugnalata a Grillo, il’immancabile arresto eccellente…. E, tanto, è Ferragosto.
Buone vacanze a tutti.
Francesco Santoianni
Perfetto, caro Francesco. Questi maledetti insisteranno e cercheranno in tutti i modi di provocare un disastro.
se lo fanno, sanno che c’è qualcuno che gli crede, però….
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