Il peggio del Governo: Emma Bonino (parte prima)
Non pochi sul web, nonostante la loro sacrosanta incazzatura contro il governo Letta, si stanno lasciando andare a dichiarazioni di stima per la Bonino (al sesto posto, con 2.200 voti, nelle Quirinarie del Movimento Cinque Stelle come candidata alla Presidenza della Repubblica) ricordando il suo impegno storico per i diritti civili, il divorzio, l’aborto. Nulla da eccepire a tal riguardo. Due parole, comunque, andrebbero pure spese su quello che la Bonino, oggi ministro degli Esteri, ha detto sulle principali avventure militari del nostro Paese.
Cominciando con alcune sue dichiarazioni (riportate da http://ilcorsaro.info) sull’Iraq, l’Afghanistan, Gino Strada, Israele. Le altre nel prossimo articolo,
EMMA BONINO SULL’IRAQ
Celebre è la dichiarazione sulla guerra in Iraq come risposta al terrorismo: “Io credo che non ci fosse alternativa per sconvolgere la rete terroristica: se mandiamo il messaggio che dopo le torri di New York possono bombardare, senza colpo ferire, anche il Colosseo e la Torre Eiffel, non ci dà sicurezza”
Nel 2004 ad un anno dallo scoppio della guerra in Iraq, intervistata dal messaggero a seguito di imponenti manifestazioni contro la guerra e per il ritiro delle truppe dichiarava: “I manifestanti sono degli irresponsabili Non si può pagare oggi per il peccato originale di un anno fa,
EMMA BONINO SULL’AFGHANISTAN
In un comunicato presente sul suo sito spiega che la guerra in Afghanistan sia stata utile: “Oggi l’Afghanistan ha un Presidente, un Parlamento e 34 Consigli provinciali eletti direttamente. Il processo di transizione istituzionale e democratica è concluso”. Così Emma Bonino, a capo della missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea, racconta da Kabul le elezioni del 18 settembre. “Certo, a parte una maggiore libertà individuale, la qualità della vita degli afghani non è migliorata”. Insomma: la guerra è servita o no? “L’intervento armato ha messo fine a uno dei regimi più repressivi, sanguinari e grotteschi: quello Talebano. […] Un’occasione militare può condurre alla democrazia? “In linea teorica sì, anche se nel caso dell’Afghanistan non si può parlare di occupazione: qui c’è una forza multinazionale. Ma non ne farei un problema ideologico. In Germania e in Italia il processo democratico è cominciato sotto “occupazione”…. Il problema è l’applicazione pratica di questo processo”.
E in un altro comunicato aggiunge “Quali sono allora le motivazioni per cui dovremmo andarcene? Solo quelle ideologiche? Io credo che un Paese che vuole crescere sulla scena internazionale deve prendersi la responsabilità di non abbandonare a metà strada una nazione che sta cambiando”. “Chi non vuole vedere il cambiamento – insiste Bonino – lo fa solo per motivi ideologici. Basta fare uno sforzo e parlare con la gente per vedere cosa c’è di diverso rispetto al passato: non tutto è risolto, ma almeno le donne vanno a lavorare e i ragazzini a scuola. Ci vorrà una generazione per arrivare a progressi completi, sono processi lenti”.
EMMA BONINO SU GINO STRADA
Quello di Gino Strada secondo la Bonino (dichiarazione resa all’ansa il 9 aprile 2007 è “un atteggiamento ambiguo, tra l’umanitario e il politico, che si può prestare a qualunque illazione, perchè “scientemente o incoscientemente – che sarebbe ancora peggio – finisce per giocare un ruolo che è sempre un ruolo ambiguo, tra torturati e torturatori. Quando uno si mette a praticare una linea così ambigua, così poco limpida, si presta a qualunque gioco altrui. Nell’illusione di tirare lui le fila, finisce che il burattinaio non è lui”
EMMA BONINO SU ISRAELE
E’ nota la posizione filo-israeliana del neo-ministro degli esteri Emma Bonino, che in un lungo articolo del 2007 difende “l’idea di portare Israele nell’UE ha quasi vent’anni e che spero non abbia bisogno di altri venti prima che maturi nella coscienza collettiva, che diventi condivisa, e si trasformi quindi da «provocazione» in realtà.”
Francesco Santoianni
(continua)
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