Grillo, io non voto
Non voterò alle elezioni “on line” che dovrebbero sancire l’espulsione o il reintegro nel Movimento Cinque Stelle della senatrice Adele Gambaro. Intanto, perchè questa presunta “Democrazia della Rete” pretenderebbe di rendere di far passare sotto silenzio, la spaccatura dei parlamentari Cinque Stelle (79 sì all’espulsione, 42 no e 9 astenuti), spia di un malessere politico che dovrebbe invece, essere subito discusso e affrontato con una qualche iniziativa. E poi perché comincio a diffidare della Rete come strumento per l’iniziativa politica.
Forse è conseguenza della mia storia, ma preferisco mille volte di più confrontarmi a viso aperto, in anche animate assemblee, comparare mozioni, leggere documenti, ascoltare con attenzione, trascinare e farsi trascinare da interventi, e poi votare, decidere. E su queste decisioni chiamare la gente a mobilitarsi. Fare politica e, possibilmente, la Rivoluzione. Invece di baloccarmi nel “mi piace” su Facebook o nell’appiccicare in Rete i santini di Beppe Grillo o della Gambaro.
E credo che se i nostri parlamentari cominciassero proprio dal “caso Gambaro” a confrontarsi nelle assemblee del Movimento Cinque Stelle, invece di rifugiarsi beghinamente nel “riserbo” o sperando che la Rete possa rimuoverli dalle loro responsabilità , il Movimento Cinque Stelle avrebbe ancora qualche speranza di uscire dalle sabbie mobili nelle quali sta affondando.
Ma, poi, c’è un altro motivo che oggi mi porta a diffidare della Rete.
E qui sono costretto a rendere pubblica una esperienza che, a quanto sto sentendo, non è solo la mia.
Sia alle “Parlamentarie”, sia alle “Quirinarie” , non sono riuscito a votare on line. Intendiamoci, sono un tipo distratto e quando il sistema rifiutava sistematicamente il mio voto, mi maledivo addebitando la cosa all’invio fuori tempo massimo della richiesta di iscrizione o del documento di identità o alla mia dabbenaggine che mi aveva fatto sbagliare una qualche procedura….
Ovviamente, non pensavo (e non lo penso ancora oggi) che dietro questa situazione ci fosse un qualche Grande Fratello che impedisse a rompiscatole come me di esprimersi. Solo problemi tecnici. E certamente sono stati problemi tecnici quelli che hanno impedito il voto a davvero tanti attivisti Cinque Stelle, con i quali casualmente negli ultimi tempi mi sono trovato a parlare della cosa.
Ma, allora chi ha votato? Non “chi ha votato chi” ma, semplicemente, chi ha votato? Lo so, il numero di questi è stato pubblicato dalla Casaleggio e – nelle Quirinarie – anche da una stimata società di Certificazione. Ma chi sono questi? Perché non è stata mai pubblicata (o, almeno, io non sono riuscito a rintracciarla su Internet) una lista (con tanto di nome e cognome) di coloro che hanno votato?
Non è una ipotesi di complotto, ma una questione politica. Non vorrei, infatti, che a decidere di cose così importanti nel Movimento Cinque Stelle siano state, e continuino ad essere, anonime persone, mai viste nelle riunioni, nei banchetti, nei gazebo… e che, al momento del voto, semplicemente clikkando qua e là, prevalgono sui davvero eroici Attivisti che al Movimento dedicano tempo e fatica.
E, poi, oltre alla necessità di definire chi veramente nel Movimento Cinque Stelle abbia diritto di voto, ci sarebbe pure il discorso dell’organizzazione. Anzi, dell’Organizzazione. Ma ne no già parlato qui, qui e, ancora, qui. Credo di avere annoiato abbastanza. Meglio, almeno per oggi, soprassedere.
Francesco Santoianni
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