Da trent’anni mi occupo di “Disaster Management”, (se ne volete sapere di più su questa disciplina, andate su questo mio sito). All’inizio era divertente. Nel lontano 1985, ad esempio, quando questo termine non lo conosceva nessuno, fui nominato Professore a Contratto all’Università di Napoli (facoltà di Architettura). Giorni di Gloria: lezioni con due-trecento studenti che pendevano dalle mie labbra. E mi piaceva davvero insegnare. Poi, me ne scappai dall’università, inorridito da un ambiente permeato di servilismo e non volendo competere con i tanti che, a differenza di me (che già avevo il “posto fisso” e che mi impegnavo, soprattutto, per divertirmi), avevano assoluta necessità di arraffare qualche soldo o la promessa di una carriera accademica. Comunque è stata una esperienza per me utilissima, che mi ha spinto a dare un corpo scientifico al Disaster Management e a pubblicare un sacco di libri. E a superspecializzarmi in un argomento davvero intrigante: Come controllare la folla in situazioni di emergenza.
Intanto cominciavo a specializzarmi all’estero: ad esempio al FEMA (Federal Emergency Management Agency) negli Stati Uniti, all’UNDRO (United Nation Disaster Relief Office) di Ginevra, innumerevoli corsi (ne ho fatto anche uno – divertentissimo – in Francia dove si apprendeva a come resistere ad interrogatori e perquisizioni), e missioni (davvero una pacchia quelle, sulle emergenze vulcaniche, di quindici giorni l’uno, nelle Azzorre e nelle Antille Francesi) e poi esercitazioni, iniziative educative, convegni, e anche interventi davvero utili: il 7 aprile 1999, ad esempio, ho diretto una colonna di soccorso – 57 automezzi – diretta in Abruzzo.
Infine, rovinandomi la carriera e facendomi un sacco di nemici, ho deciso di unire le mie competenze alla passione politica dedicandomi, anima e corpo, a modificare l’abominevole Piano Vesuvio e Piano Campi Flegrei lavorando ad una proposta di legge per conto del Movimento Cinque Stelle. Ovviamente, un fallimento.
Vedi anche:
– La torta
– Scrivere