Il suicidio del Movimento Cinque Stelle

A pensarci bene, l’aspetto più penoso della faccenda non è tanto l’appello del “guru Cinque Stelle”  Aldo Giannuli (già autore di un famigerato editoriale) ma i tantissimi attivisti Cinque Stelle che, sentendosi dei Machiavelli, gli danno ragione, invocando su Facebook di eleggere Prodi a Presidente della Repubblica, “per bloccare Renzi”.

Intendiamoci. Che il progetto di Renzi (ora che si è impossessato di tutti le casseforti del PD: Finmeccanica, Monte dei Paschi di Siena, Cooperative “rosse”…) sia quello di scaricare la zavorra ex PCI e con l’elettorato di Berlusconi dare vita ad una nuova famelica Democrazia Cristiana (il Partito della Nazione), non ci piove. Che la “vecchia guardia” del PD si sia ridotta ad un esercito di zombie che nemmeno le guittate dei “dissidenti” di Civati & Cuperlo riesce a rianimare è fuori discussione. Che Grillo&Casaleggio siano alla disperata ricerca di una linea politica per fronteggiare la crisi del Movimento Cinque Stelle, (si veda, ad esempio, il flop della raccolta di firme  – appena 81.268 – per la legge pro Referendum sull’Euro ) è sotto gli occhi di tutti. Ma credere che  questo possa essere affrontato con una rosa di impresentabili candidati tra i quali spicca il nome di Prodi è più di un errore: è un suicidio politico.

Anche perché non si comprende per quale motivo Renzi non potrebbe proporre proprio il quasi ottuagenario Prodi, – ricattabile per i suoi trascorsi e spennato di tutti i suoi potentati economici – a Presidente della Repubblica. Un Coup de théâtre che garantirebbe a Renzi l’elezione di qualcuno che non gli farebbe certo ombra e che gli permetterebbe di meglio gestire il suo progetto politico. Mentre i Cinque Stelle si dissolvono.

Francesco Santoianni

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